Il beauty tourism sta spopolando, secondo l’Isaps (The International Society of Aesthetic Plastic Surgery) le principali destinazioni per la chirurgia plastica sono la Turchia, il Messico, la Colombia e la Thailandia. Ma quali sono i fattori che spingono le persone a farsi operare all’estero? Il primo è sicuramente il prezzo degli interventi, che arrivano a costare fino al 50% in meno rispetto all’Italia. Un altro fattore è la soluzione all-inclusive, cioè vengono proposti dei pacchetti completi che comprendono volo aereo, intervento e alloggio rendendo il tutto molto più simile ad una vacanza. Inoltre, le liste d’attesa possono essere più corte e quindi la chirurgia più alla portata di mano.
Ma a è davvero tutto oro ciò che luccica? Il criterio del prezzo non dovrebbe avere il primato su tutto il resto. In Italia e in Europa, i chirurghi plastici sono soggetti a costose normative statali, dai dispositivi medici utilizzati alle procedure di sterilizzazione. Uno dei rischi del beauty tourism, quindi, potrebbe essere quello di ritrovarsi ad avere a che fare con standard di sicurezza non propriamente conformi. Inoltre, potrebbe non essere stato effettuato un adeguato percorso di valutazione pre-operatoria. Per non parlare dell’assistenza postoperatoria destinata al paziente, da parte del chirurgo, che è essenziale per garantire un’efficace guarigione e ridurre al minimo i rischi. Lo stesso viaggio di rientro può essere motivo di complicanze, soprattutto in caso di lunghe percorrenze.
Per tutti questi motivi invito i pazienti a riflettere bene su tutti i pro e tutti i contro, perchè la chirurgia plastica non è un gioco ma una scelta responsabile.

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