La forme del corpo umano, come le strutture di un’opera architettonica, dipendono da regole proporzionali generali che non possono essere sottovalutate né dall’artista, né dal chirurgo plastico. Fin da tempi antichissimi gli artisti hanno provato a stabilire regole di proporzione per la figura umana. Per Leonardo da Vinci, ad esempio, un viso armonioso deve poter entrare all’interno di un quadrato i cui 4 angoli sono posti all’estremità antero-superiore dell’elice, sul margine mediale del sopracciglio, nel solco mento-labiale e nell’angolo della mandibola. Ma allora se è vero che i canoni estetici ricorrono costantemente negli anni al punto di poterli considerare quasi universali perchè spesso il concetto di bellezza non coincide con essi? La risposta è la MODA. Essa può modificare i canoni estetici sulla base di esigenze storico-culturali che cambiano di volta in volta. Dunque chi lavora nel campo della chirurgia plastica deve conoscere sia i canoni estetici transitori della moda sia quelli universali cercando un compromesso. Un bravo chirurgo non esaurisce mai la propria ricerca di equilibrio e di armonia facendo attenzione ad evitare l’omologazione.
Per questo nei miei lavori cerco di valorizzare certi elementi di variabilità perchè è proprio dalla diversità che deriva la particolarità e la personalità.

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